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Il Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano del Piave ha presentato il programma di iniziative che accompagnerà, nei prossimi mesi, le celebrazioni per i 70 anni dalla costituzione, avvenuta il 30 dicembre 1955 sulla base della legge 959 del 1953 istitutiva del sovracanone idroelettrico. Un compleanno che diventa l’occasione per rileggere la storia del Consorzio e, allo stesso tempo, per definire il ruolo che il BIM Piave intende giocare nelle nuove sfide energetiche, ambientali e territoriali del Bellunese.

«Il Consorzio ha una storia particolare – ricorda il presidente del Consorzio BIM Piave, Marco Staunovo Polacco – legata a una scelta lungimirante fatta negli anni Cinquanta: non disperdere le risorse dei sovracanoni idroelettrici, ma metterle a disposizione di un unico soggetto che le utilizzasse in modo oculato, attraverso progettualità di area vasta. È stata una scelta vincente, che ha permesso di sostenere nel tempo iniziative importanti per lo sviluppo del territorio».

Il cuore del programma è rappresentato da tre pubblicazioni. La prima riguarda gli Atti del convegno ‘Generazione e valorizzazione dei crediti di carbonio, valore aggiunto per il territorio’, svoltosi lo scorso 23 maggio, che vengono ora messi a disposizione in forma organica. La seconda è l’aggiornamento del dossier ‘La transizione dolce, necessaria (e probabilmente redditizia)’, dedicato all’evoluzione della Comunità Energetica Rinnovabile Dolomiti e pensato come strumento di lavoro a supporto dello sviluppo energetico rinnovabile del Bellunese, anche in chiave di vero e proprio piano industriale di area. La terza è la pubblicazione ’70 anni, un patto per il futuro’, affiancata da un prodotto video: un racconto sintetico della vicenda del Consorzio dalla costituzione a oggi, con il riepilogo delle principali azioni avviate e alcune linee di prospettiva rispetto al ruolo che il BIM Piave intende assumere nei prossimi anni.

Un capitolo centrale del percorso dedicato ai 70 anni è quello dei crediti di carbonio. Gli Atti del convegno del 23 maggio vengono riproposti come un documento di base per il territorio: uno strumento informativo per l’opinione pubblica, ma anche un supporto operativo per gli stakeholder più direttamente coinvolti – in primo luogo proprietari boschivi e imprenditori agricoli – chiamati a valutare le opportunità offerte da questo nuovo mercato. Il materiale sarà distribuito alle amministrazioni comunali, al mondo imprenditoriale, alle scuole superiori e agli ordini professionali, ed è reso disponibile anche sul sito del Consorzio in versione sfogliabile.

Nel contesto delle recenti decisioni europee sui crediti di carbonio e in vista dei prossimi appuntamenti internazionali sul clima, il BIM Piave pone l’accento sulla funzione concreta di questo strumento. I crediti non vengono considerati semplicemente una ‘voce contabile’, ma un meccanismo per governare la transizione energetica, rendendola più sostenibile e meno traumatica per i sistemi locali. Attraverso la remunerazione della riduzione delle emissioni, si crea infatti un ‘carburante finanziario’ capace di sostenere gli investimenti verdi, trasformando la sostenibilità da costo a leva di crescita, con ricadute positive in termini di efficienza, competitività, lavoro qualificato e qualità della vita.

Accanto alle pubblicazioni, il programma dei 70 anni prevede un forte investimento su informazione e formazione. A fine gennaio è in calendario un convegno di approfondimento dedicato all’assetto, alle competenze, alle funzioni e all’operatività del Consorzio BIM Piave, istituito sulla base della legge 959/1953, e al tema della scadenza nel 2029 delle concessioni di grande derivazione idroelettrica, passaggio che avrà riflessi significativi per la provincia di Belluno.

«Nell’ambito del rinnovo delle concessioni – sottolinea Staunovo Polacco – va ricordato che circa il 70 per cento delle centraline idroelettriche insiste sul Bellunese. È evidente che nella gara che la Regione Veneto definirà, dovranno essere previste maggiori risorse a favore del territorio, in coerenza con il contributo che quest’area garantisce alla produzione energetica regionale e nazionale».

Un altro filone di lavoro riguarda la conoscenza del territorio. Il BIM Piave promuoverà una serie di brevi trasmissioni divulgative dedicate alle caratteristiche e alle peculiarità geologiche del Bellunese, per far conoscere al grande pubblico la ricchezza e la varietà dei paesaggi che vanno dalla montagna alle Prealpi, dalle colline alle aree di pianura.

Lo sguardo è rivolto anche alle infrastrutture leggere e alla mobilità sostenibile. «Il Consorzio – conclude Staunovo Polacco – rimane attento alle dinamiche che attraversano la provincia. Oggi c’è una forte spinta verso il completamento delle piste ciclabili che collegano le diverse vallate: per questo nel 2026 metteremo a disposizione dei Comuni soci 6 milioni di euro per chiudere alcuni nodi cruciali della rete ciclabile provinciale».

Con ’70 anni, un patto per il futuro’ il BIM Piave sceglie quindi di celebrare la propria storia guardando avanti: facendo del patrimonio idroelettrico, della transizione energetica, dei crediti di carbonio e della conoscenza del territorio altrettanti assi strategici per lo sviluppo del Bellunese nei prossimi decenni.