Per rispettare le aspettative, ovvero spostare il traffico merci su rotaia e ridurre la pressione veicolare sui valichi alpini, il tunnel del Brennero ha bisogno di una serie di opere accessorie su ferrovie, nodi di accesso e viabilità. Lo afferma senza mezzi termini Alessandro Banzato, presidente di Acciaierie Venete e Advisor Infrastrutture e Logistica di Confindustria Veneto, sentito da ilNordEst.
L’abbattimento dell’ultimo diaframma del cunicolo esplorativo della Galleria di Base del Brennero, festeggiato giovedì scorso, non è stato soltanto un fatto tecnico: rappresenta un passaggio decisivo per l’Italia, l’Austria e l’intera Europa. Ma soprattutto ha acceso le aspettative del Nord Est, un territorio che vede nell’opera una svolta decisiva per la propria economia e per i collegamenti con i mercati internazionali. Veneto e Friuli-Venezia Giulia vivono di manifattura, export e logistica, producendo quasi un quarto delle esportazioni italiane e dipendono fortemente dalla capacità di raggiungere rapidamente Germania, Austria e i Paesi del Nord Europa. «Dopo questo traguardo», osserva Alessandro Banzato, «devono seguire lavori che non sono affatto di contorno. Parliamo di interventi indispensabili per sfruttare appieno la galleria: allargamenti ferroviari e stradali, potenziamenti nei nodi di accesso».
Oggi circa il 70% delle merci viaggia ancora su gomma, con congestioni crescenti lungo l’A22 del Brennero e costi ambientali ormai insostenibili, rileva il giornale del gruppo NEM.
La nuova galleria ferroviaria, che ridurrà i tempi di percorrenza da Fortezza a Innsbruck sia pel persone che per le merci, promette di cambiare radicalmente questo scenario. Ma perché la promessa diventi realtà, occorrerà completare una serie di opere complementari e soprattutto rafforzare il sistema intermodale.