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Casa, Belluno è il capoluogo più accessibile

Mutui e affitti sotto la soglia critica. Nel resto del Veneto è allarme abitazioni

In un Veneto dove più della metà delle famiglie (55,6%) denuncia spese abitative troppo alte, Belluno si distingue come uno dei capoluoghi più accessibili. Lo dicono i dati diffusi da Ance Veneto, che ha analizzato la capacità delle famiglie di sostenere i costi di mutui e affitti nei principali centri della regione.

Mutui: Belluno e Rovigo uniche “virtuose”

Per le famiglie con redditi inferiori a 18.500 euro annui, l’acquisto di una casa è quasi impossibile in città come Venezia (dove la rata assorbe il 54,6% del reddito) o Treviso (48,6%).
A Belluno, invece, il peso scende al 23%, ben al di sotto della soglia critica del 30%, insieme a Rovigo (24,6%).
Anche nella cosiddetta “fascia grigia” (redditi tra 18.500 e 28.000 euro) Belluno conferma la sua posizione: la rata del mutuo incide solo per il 15,2%, contro il 36% di Venezia e il 32,1% di Treviso.

Affitti, Belluno ancora sotto la soglia

Sul fronte locazioni, i dati confermano la stessa tendenza. A Venezia il canone di affitto assorbe quasi metà del reddito (49%), mentre a Vicenza, Padova, Verona e Treviso i valori si aggirano intorno o sopra il 30%.
A Belluno il rapporto è più contenuto (27,7%), come a Rovigo (24,4%).

Il rovescio della medaglia

Nonostante i numeri incoraggianti, anche il territorio bellunese risente della pressione dei prezzi, soprattutto nei centri turistici e nelle aree periferiche richieste da chi non riesce a trovare casa nei capoluoghi più cari.

Emergenza regionale

In Veneto il 9,6% delle famiglie vive in abitazioni troppo piccole, il 4,9% in case in cattive condizioni, il 3,2% con problemi di erogazione dell’acqua. A ciò si aggiungono inquinamento dell’aria (46,1%) e sporcizia nelle strade (18,5%).

L’appello di Ance Veneto

«Questi dati sono allarmanti – ha commentato Alessandro Gerotto, presidente di Ance Veneto – e confermano la necessità di inserire l’accessibilità alla casa tra gli obiettivi della prossima legislatura regionale».
L’associazione dei costruttori propone un piano nazionale da 15 miliardi di euro, con risorse da Pnrr, fondi europei e bilanci nazionali, da integrare con investimenti privati.