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Dalla città alla montagna: non una semplice fuga domenicale bensì una scelta di vita. La si potrebbe definire una decisione controcorrente, quella intrapresa da Massimiliano Rampazzo, eppure è proprio ciò che gli ha permesso di dare pieno sfogo a sé stesso. Nato a Padova nel 1978, da quasi trent’anni lavora come web designer specializzato nell’ottimizzazione dei motori di ricerca. Ha una propria attività dal 2012, con la quale affianca diverse aziende del territorio, oltre a realizzare per loro corsi e-learning. Quattro anni fa, poco dopo la pandemia, ha lasciato la città dove ha sempre vissuto per trasferirsi a Sovramonte, un piccolo comune incastonato tra le montagne feltrine, in provincia di Belluno. «Era un’idea che mi ronzava in testa da molti anni – racconta -. Sono sempre stato un appassionato di queste terre e, soprattutto, della storia che conservano. Ho avuto la fortuna di trovare una compagna con le mie stesse intenzioni, così abbiamo colto la palla al balzo e ci siamo trasferiti. Qui sento di aver trovato casa». 

Proseguire con il proprio mestiere, poi, non è stato un problema, come ha ammesso lo stesso Rampazzo: «Con la mia attività ho sempre lavorato da casa, per cui non ho trovato difficoltà spostandomi. La mia compagna, al contrario, era in cerca di un’occupazione durante il periodo del trasloco, e devo ammettere che trovare lavoro è stato più facile di quanto pensassimo. Basti pensare che ancor prima che ci trasferissimo aveva già firmato il contratto. Ci ha sorpreso, inoltre, il modo decisamente più umano con cui vengono trattate le persone». «Ho i miei contatti con cui collaboro già da un po’ di anni – continua a raccontare Massimiliano – e non ho fatto troppa fatica a trovarne di nuovi pur spostandomi da Padova. Con il tempo ho imparato a conoscere meglio queste zone, cambiando anche il mio modo di pensare». È proprio questo ad averlo affascinato. La sua nuova casa gli ha permesso di aprire la sua personalità anche in ambito professionale, proponendogli nuove sfide con le quali cimentarsi: «In questi ultimi anni ho potuto esplorare nuove tipologie di clienti. Mi sono sempre proiettato nel mondo dell’industria, mentre adesso ho aperto i miei orizzonti anche verso il turismo. È sicuramente qualcosa di positivo, dal momento che mi permette di affinare altre competenze e diversificare le mie capacità». 

Grazie a questa testimonianza, Rampazzo vuole essere la prova che i territori definiti molto spesso “limitrofi”, in fin dei conti limitrofi non sono: «Se consiglierei il trasferimento ad un collega? Assolutamente sì. Bisogna essere pronti a dei cambiamenti però ne vale la pena. Qui ho trovato ciò che in città non sentivo mio».