‘There’s no calm after the storm’, la mostra del fotografo Matteo De Mayda
La tempesta Vaia fu un evento meteorologico estremo che colpì il Nord Est Italia con venti di scirocco fino a 200 chilometri orari, abbattendo più di 14 milioni di alberi e trasformando irrimediabilmente intere valli dolomitiche.
Sono trascorsi sette anni da allora e le ferite lasciate sul territorio sono ancora visibili. Sono loro le protagoniste della mostra fotografica ‘There’s no calm after the storm’ di Matteo de Mayda inaugurata venerdì 12 settembre alle 18 a Palazzo delle Contesse di Mel e che resterà aperta fino al 12 ottobre. De Mayda porta quelle ferite alla luce, unendo fotografia, materiali d’archivio e ricerca scientifica: le sue immagini raccontano come, a distanza di anni, i versanti di moltissime montagne siano ancora spogli, mentre i boschi soffrono per il bostrico tipografo, un parassita che prolifera sugli alberi indeboliti, aumentando così il rischio di frane e valanghe. L’obiettivo della mostra è andare oltre l’impatto immediato per indagare il fragile equilibrio tra comunità, natura e cambiamenti climatici.
Il progetto, vincitore della borsa di studio ISPA (Italian Sustainability Photo Award) nel 2021, ha richiesto cinque anni di lavoro insieme al giornalista Cosimo Bizzarri e ai dipartimenti TESAF e DAFNAE dell’Università di Padova.
Matteo de Mayda, trevigiano residente a Venezia, è un autore di fama internazionale, con esposizioni alla Biennale di Architettura di Venezia, Triennale di Milano e Design Museum di Londra. Le sue immagini sono state pubblicate su riviste internazionali tra cui The New York Times, Financial Times Magazine, Internazionale, M Le magazine du Monde, The New Yorker, Zeit e Vogue.
La mostra è organizzata con il supporto di Associazione ArtDolomites e Oltre le Vette. La mostra sarà visitabile nei fine settimana, il sabato e la domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.