L’opportunità di costituire un Politecnico in Veneto per soddisfare la carenza di profili tecnici di alto livello, sempre più richiesti dal sistema produttivo, sta alimentando un interessante dibattito. Sui giornali del gruppo Nem è intervenuto Fabrizio Dughiero, direttore del Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Padova con una posizione controintuitiva.
Scrive Dughiero:
Si insiste molto sulla necessità di formare figure immediatamente spendibili sul mercato. Giusto, ma non basta. L’università non è – e non può diventare – soltanto un grande ufficio placement. La sua missione è più ampia: formare cittadini consapevoli e la futura classe dirigente, tecnica e politica. Persone capaci di leggere la complessità del mondo, di avere una visione di lungo periodo, non solo di presidiare il proprio segmento di competenze.
Se riduciamo l’università a fabbrica di ‘occupabili’, abbiamo già perso sia sul piano della democrazia sia su quello della competitività, prosegue il docente.
In un’epoca in cui intelligenza artificiale, transizione energetica e rivoluzione digitale mescolano saperi e professioni, la parola chiave non è chiudere l’ingegneria in un recinto separato, ma puntare sulla trans-disciplinarietà. Le sfide che abbiamo davanti richiedono ingegneri che parlino con i medici, economisti che lavorino con i data scientist , giuristi che capiscano di tecnologia. Non servono recinti nuovi: servono connessioni nuove.