«Si può fare tanto in questi luoghi, e l’ho potuto fare grazie a ciò che ho imparato». A parlare è Luca Ganz, tecnico informatico specializzato in sistemi Microsoft nonché Accompagnatore di Media Montagna (AMM) per il Collegio Regionale delle Guide Alpine. Dopo un periodo vissuto a Londra per lavoro, quattro anni fa ha deciso di tornare nelle terre d’infanzia portando con sé tutto il bagaglio di esperienze maturato all’estero. Non ha mai abbandonato la sua professione di tecnico informatico, sebbene stia dedicando sempre più tempo alle sue montagne, accompagnando turisti ed appassionati tra le cime e le valli in cui è cresciuto.
Nato a Falcade, nel cuore delle Dolomiti Bellunesi, Ganz ha presto lasciato le terre d’infanzia per girare tutta l’Europa grazie alla sua professione. Dopo una laurea magistrale in Informatica all’Università di Udine, Luca ha infatti trovato lavoro a Londra, città dove ha vissuto per sette anni. Una volta lì, però, la nostalgia ha preso il sopravvento: «Ho incominciato a sentire la mancanza delle persone e delle attività che mi facevano stare bene. Lì ho capito che dovevo tornare a Belluno». E non l’ha fatto a mani vuote: «Sono ritornato con una moglie e un bimbo», racconta, e con sé aveva anche il tesserino di mountain leader, conseguito nel Regno Unito. Le intenzioni erano chiare sin dal principio: portare nelle sue valli, dov’è cresciuto, un’offerta nuova, meditata e studiata nei suoi anni lontano da casa: «Si possono paragonare questi paesi di montagna a delle piccole scatole, nelle quali cresciamo e dalle quali spesso viene difficile allontanarsi. Anche Londra, in fin dei conti, non è poi molto diversa. Circondati dall’autostrada M25, i londinesi raramente varcano quel confine. Ecco quindi che la differenza la fa l’uscire o no da quella scatola, che sia una valle di montagna o una grande metropoli, alla ricerca di spunti per poter vivere meglio».

Così facendo, Ganz ha trovato gli spunti per creare il suo marchio, Larefa, nato tre anni fa dalla sua idea di vivere questi luoghi: «La refa altro non era che il nome utilizzato in Val del Biois per descrivere il vecchio zaino che si utilizzava in passato per svolgere attività e mansioni in montagna. Volevo portare qualcosa che in provincia ancora non si era mai visto. Il mio compito non è solo accompagnare turisti ed appassionati da una cima all’altra, bensì farli assaporare tutto il contorno, tutte le attività e le realtà che vivono questi luoghi». «Ecco non sono altro che un accompagnatore di media-montagna per il Collegio delle Guide Alpine del Veneto – continua -. Unisco questo impiego al lavoro da informatico in una partnership con Microsoft per una multinazionale con varie sedi nel mondo, occupandomi nello specifico della parte inglese».

Due mondi apparentemente opposti, che combaciano perfettamente nella sua persona: «Diciamo che mi sono sentito obbligato a farli funzionare insieme – racconta col sorriso -, però è bello mescolare le due cose. Una non esisterebbe senza l’altra». E non è dunque un caso se nel suo profilo Linkedin si può leggere “Able to guide and coach”, quasi a testimoniare la sinergia tra le sue due passioni: «È evidentemente un tratto della mia personalità. Quando lavoro con i miei team di sviluppo cerco di portare il mio essere “guida” anche nelle attività di tutti i giorni. Provo sempre ad insegnare e trasmettere una passione, che sia quella relativa alla realizzazione di un sistema software piuttosto che per la montagna. È una parte di me, così come la mia metodologia arriva dagli studi informatici e dagli anni passati all’estero». Ed ecco che non appare poi così assurda la scelta di lasciare la grande capitale britannica, pur continuando ad impegnarsi nella sua professione: «Non ho problemi a lavorare da remoto. Certo, mi capita ogni tanto di dover tornare a Londra, ma non ne sento più la necessità. Quando studiavo pensavo già al trasferimento, però erano altri tempi e si ragionava in modo diverso. Adesso penso non ci siano motivi per spostarsi. Il mio è un lavoro che tecnicamente si può fare ovunque ci sia una connessione internet. Ho vari colleghi che hanno sempre lavorato qui in zona, e se volessi collaborare con qualcuno di loro non penso ci sarebbero difficoltà, anzi. Stando a casa ho tutto ciò che mi circonda per aiutarmi a bilanciare la mia vita».

«Lavorare in ambito informatico spinge verso un punto nel quale bisogna trovare un equilibrio con qualcos’altro, e vivere in posti come la Valbelluna aiuta sicuramente a staccare – continua Ganz -. Ho dei conoscenti che dall’estero hanno scelto di trasferirsi proprio qui, tra le montagne bellunesi, continuando a lavorare da remoto o collaborando con le realtà locali». In particolare da Germania e paesi vicini, sono in molti ad aver seguito il suo esempio: «Ho conosciuto persone che lavoravano nel mio stesso ambito professionale e hanno scelto di trasferirsi qui in provincia di Belluno per dedicarsi ad attività locali, abbandonando quella che era stata la loro carriera fino a quel momento. Sicuramente è qualcosa di peculiare. Evidentemente c’è qualcosa che li attira».