Nella Galleria del Politecnico di Milano, dove la bellunese Castelli costruisce l’eccellenza dell’abbigliamento tecnico del ciclismo mondiale
«Ho trascorso almeno 45 giorni della mia vita nella Galleria del Vento», racconta Steve Smith, Brand Manager di Castelli. «È un lavoro di ricerca maniacale, in continua evoluzione e a 360 gradi. Ore e ore di test su tutti i materiali tecnici presenti sul mercato, per capire quali vantaggi possono dare, quanti watt possono far risparmiare e quale sia l’utilizzo migliore. Per ogni sfida ci vuole il modello giusto, il materiale giusto che performi al 100% in quel contesto specifico, a quelle precise velocità».
È in questo luogo – la Galleria del Vento del Politecnico di Milano – che l’aria alimenta scienza e tecnica e si trasforma in materia. Una delle strutture più avanzate al mondo, punto di riferimento per costruttori di biciclette, produttori di abbigliamento tecnico e team sportivi internazionali. Dotata di 14 ventilatori per un totale di 1,4 MW di potenza e di due camere di prova – una a strato limite e una a bassa turbolenza – la galleria permette test estremamente precisi. Ed è proprio qui che Castelli mette alla prova ogni dettaglio dei propri capi: tagli, cuciture, peso, tessuti e persino la posizione del ciclista in sella. Ogni variazione di forma o materiale viene puntualmente misurata, trasformando le sensazioni sul corpo degli atleti in risultati misurabili, fondamentali per la realizzazione di capi performanti.
Il marchio italiano ha fatto della ricerca aerodinamica la propria cifra distintiva: già nel 1979 Castelli è stata insignita del Discobolo d’Oro per i test che rivoluzionarono il modo di vestire nel ciclismo. Da allora, ogni collezione nasce dal confronto diretto tra laboratorio, strada e agonisti.

Le collaborazioni con i grandi campioni hanno portato la rigorosa filosofia di Castelli a un livello superiore: nessun dettaglio è troppo piccolo quando si cerca la perfezione. Elia Viviani, Filippo Ganna, Chris Froome, Remco Evenepoel: tutti hanno contribuito con feedback e vittorie a perfezionare capi che oggi rappresentano lo standard della performance. A Rio 2016 Viviani ha lavorato con Castelli su ogni minimo dettaglio del body da Omnium, cucito su misura e testato in Galleria del Vento. Nello stesso anno, la partnership con il Team Sky – poi Ineos Grenadiers – ha inaugurato una nuova era di successi nei Grandi Giri con Froome, Geraint Thomas ed Egan Bernal.
Nel 2021, al velodromo di Izu, in Giappone, Ganna, Consonni, Milan e Lamon hanno conquistato l’oro olimpico nell’inseguimento a squadre con una tuta da appena 285 grammi, ottimizzata per la massima aerodinamica a 65 km/h. Da allora Castelli è partner stabile della Federazione Ciclistica Italiana, firmando una serie di trionfi azzurri. Senza poi dimenticare la divisa azzurra dei Mondiali di Doha 2016, pensata per affrontare il caldo del deserto con tessuti in grado di bloccare il 94% dei raggi UV e pannelli raffreddanti sul dorso: in quell’occasione l’Italia raccolse tre medaglie.
Una collezione di successi che non può dimenticare le 27 medaglie paralimpiche conquistate tra Rio, Tokyo e Parigi da campioni come Alex Zanardi, Luca Mazzone e Francesca Porcellato, e che prosegue con le nuove generazioni. La ricerca per Castelli continua: nella stessa Galleria del Politecnico, Castelli ha recentemente sviluppato le ultime tute da triathlon insieme alla campionessa dell’Ironman Laura Philipp, testando ogni combinazione di materiali per ridurre la resistenza aerodinamica e creare la prossima generazione di capi da gara.